Introduzione
In questo ciclo di cineforum, proponiamo tre film che affrontano le criticità dell'accoglienza dei minori e della loro crescita in famiglie adottive e affidatarie. È una scelta fatta per tenere svegli gli animi, per porre problemi, per non adagiarsi sulla gioia dell'avere un bambino in casa, ma sulla consapevolezza che i problemi con la loro accoglienza iniziano. I problemi sono certamente connaturati con la crescita di qualsiasi bambino, sia esso accolto che biologico, ma alcuni sono indubbiamente peculiari ed insiti nell'istituto dell'adozione e nell'affido familiare. Lo sappiamo bene: il bambino accolto, pur con il suo vissuto, non è di per sé diverso e speciale, mentre diversi e speciali sono i genitori accoglienti, anche se cercano di essere considerati normali.
Anche noi genitori abbiamo un vissuto che ci ha resi diversi dai genitori biologici, un vissuto non ontologico, ma autocostruito in un desiderio, non privo di ambiguità, di fare i genitori e non di avere un bambino. Per questa condizione ci portiamo dietro un senso di incompletezza e di onnipotenza che ci rende diversi, più forti e più deboli. Sono due stati d'animo che se non sono centellinati, dosati e considerati nel loro valore, portano inevitabilmente i genitori a compiere errori, a non vedere i sintomi del turbamento dei minori accolti specie in preadolescenza, a considerare il contesto sociale (dalla scuola alla parrocchia, dagli stereotipi ai pregiudizi), variabili plasmabili o irrilevanti di fronte all'amore dato, alla cura perseguita, al sentirsi socialmente nel diritto piuttosto che nel dovere. Una illusione che si può pagare cara, una inconscia paura che ci porta a vedere con apprensione la crescita dei figli, all'ansia di doverli difendere. Paure che si desidererebbe non evocare, ma aspettare che accadano per il timore della loro crescita e dello svelamento della loro identità autonoma. È il momento delle domande cruciali: ce la faremo? chi ce l'ha fatto fare?
Nell'adozione e nell'affido vale il vecchio motto della medicina: prevenire è meglio che curare. Prevenire significa avere già un modello, una strategia, una consapevolezza per saper depotenziare la bomba dell'adolescenza ed il richiamo dell'identità e delle origini. I film che presenteremo sono film che fanno stare bene, che fanno stare male, che fanno stare accorti e preparati a quel che avverrà nel crescere i nostri figli.
Gli incontri saranno preceduti da un breve preambolo introduttivo e seguiti da una libera discussione sulle emozioni e sulle esperienze dei partecipanti dopo la visione del film.
1 aprile 2017. I fantasmi dell'adozione e l'ansia di crescere
Juno è un film diretto da Jason Reitman, con protagonista Ellen Page. (2007), (92 min)
Trama. La sedicenne Juno MacGuff, dopo un'unica esperienza sessuale con il suo migliore amico, rimane incinta. Dopo essersi confrontata con lui e con la migliore amica, decide di abortire senza far sapere nulla a nessun altro, ma poi sente di non poterlo fare. Decide così di proseguire la gravidanza con l'intenzione di dare in adozione il nascituro ad una coppia che lei stessa ha intenzione di scegliere. Juno nella ricerca della soluzione più adatta per il bambino viene coinvolta nelle relazioni degli adulti e al contempo nello sconvolgimento che il suo stato determina nelle relazioni con i suoi coetanei. Due nodi emblematici tra le ansie di avere e quelle di essere che danno spunto di riflessioni in un film commedia che ironicamente accomuna le difficoltà di crescere di giovani e adulti: "meglio non avere fretta per diventare grandi".